Un Sujihiki in MAGNACUT

Poco dopo essere rientrato dal Blade in Texas ricevo la telefonata da parte di un coltellinaio, che stimo moltissimo, che mi preavvisa che di lì a poco avrei ricevuto una richiesta da parte di un suo amico per realizzare un coltello per il figlio Chef.

Al telefono mi spiega di volere un coltello da salato non troppo grande in stile giapponese. Durante la telefonata mi trovavo in laboratorio: erano, come già detto, passate da poco le giornate del Blade e attorno a me avevo quel disastro tipico dei lavori fatti a ridosso di una mostra. Carta vetrata ovunque, polvere, pezzi di nastro adesivo di carta appiccicati a terra, la valigia con gli accessori per le mostre aperta e vuota sopra il bancone, il suo contenuto sparso un po’ ovunque.

Sul bancone fanno bella mostra di sé alcuni blocchi di KOA. Il/la KOA è un legno tipico delle Hawaii. La sua particolarità è avere un effetto chatoyancy davvero marcato.

Chatoyancy su KOA

L’effetto chatoyancy in italiano è detto “GATTEGGIAMENTO”. Il termine deriva da una particolare pietra, l’occhio di gatto, con dei riflessi tridimensionali dovuti alla presenza di intrusioni cristalline aghiformi.

Tra questi blocchi ce n’è uno con una colorazione a due toni molto particolare. Decido che voglio usare quel blocco per questo progetto e lo propongo al cliente che, fortunatamente, accetta.

Ad oggi ho la lista degli ordini riservata fino alla seconda metà del 2025 ma da un po’ di tempo ho iniziato a lasciare un paio di spazi vuoti al mese per venire in contro a clienti che abbiano una certa fretta. Ho cominciato ad utilizzare questa tecnica degli “slot” urgenti dopo averla scoperta da una coltellinaia statunitense. La voglia di usare quel blocco è tale da farmi “bruciare” un posto libero e riuscire a finire la lama per in tempi utili.

Accantonata l’idea del damasco per la lama, la scelta ricade sul MAGNACUT, ad oggi uno degli acciai miei preferiti.

Le caratterisitche di un buon Sujihiki sono (secondo me):

  • Lunghezza importante: deve consentire un taglio netto e in una sola passata;
  • Geometria aggressiva: deve avere un forte potere di penetrazione dovendo spesso tagliare cibi caldi;
  • Lama stretta: la lama stretta favorisce il distacco del cibo in quanto la fetta, superata la costa, si stacca naturalmente.
  • Manico leggermente più lungo per bilanciare la lama.

Inizio i lavori subito dopo essere tornato dal Blade di Atlanta (2 mesi dopo) ed il risultato è questo. Spero vi piaccia. Se siete interessati ad un Sujihiki… Contattatemi!

Il risultato finale
Un piccolo test di affilatura

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *